C'era una volta: alle croci di Lafayette, Memorial Day, 2011

Di Fred Norman, World BEYOND War, 30 dicembre 2021

Un giorno una ragazzina in classe si avvicinò al suo insegnante e sussurrò come se un segreto: "Maestro, che cos'era la guerra?" La sua maestra sospirò, rispose: "Te lo dirò"
una favola, ma prima vi avverto che non lo è
una storia che capirai; è una favola per adulti -
loro sono la domanda, tu sei la risposta — Una volta…”

Disse, una volta...

c'era un paese che era sempre in guerra
— ogni ora di ogni giorno di ogni anno —
glorificava la guerra e ignorava coloro che morivano,
ha creato i suoi nemici e massacrato e mentito,
ha torturato e ucciso e macellato e pianto
al mondo dei bisogni di sicurezza, di libertà e di pace
che nascondeva bene l'avidità che fa aumentare i profitti.

Fantascienza e fantasy, certo, ma immaginalo se puoi,
e immagina anche gli abitanti di quella terra immaginaria,
quelli che ridevano e facevano festa ed erano calorosi e ben nutriti,
che hanno sposato i loro innamorati e hanno avuto figli che hanno guidato
vite dei liberi nelle case dei coraggiosi piene di cinguettii
e tweet e belati occasionali di creature felici,
l'intera famiglia tutti interpretando i ruoli di fiaba intelligente,
una vera terra di fantasia in cui nessuno mai, mai
una volta ogni singolo giorno, ha fatto ogni sforzo per porre fine alle guerre
che ha reso il loro paese il paese che era sempre in guerra.

Immagina anche il nemico, quelli che sono stati bombardati
e ronzavano, trascinati per le strade e sparati, quelli
le cui famiglie furono distrutte, i figli che vegliavano
i loro padri uccisi, le figlie che videro le loro madri
violati, i genitori che sprofondarono a terra come loro
la vita dei bambini ha inzuppato il suolo su cui si sono inginocchiati,
quelli che sarebbero stati per sempre il nemico del paese
che era sempre in guerra, quelli che avrebbero odiato per sempre
il paese che è sempre stato in guerra e odia la sua gente.

E così il mondo si spaccò: una metà immersa nella felicità
bugie, una metà intrisa di sangue; entrambe le metà spesso una,
indistinguibile ai morti, indifferente ai mutilati,
un mondo gigantesco di miseria, di IED, di braccia e gambe,
bare e funerali, di uomini in lacrime, di donne in nero,
di stelle d'oro, stelle azzurre, stelle e strisce, di nero e rosso,
i colori dell'anarchico, del verde e delle bande di bianco,
l'odiato e l'odio, il temuto e la paura, l'orrore.

Disse, una volta...

o parole in tal senso, parole adulte per orecchie adulte,
e il bambino disse: "Maestro, non capisco",
e l'insegnante disse: “Lo so e sono contento. io
ti porterà su una collina che riflette il sole di giorno
e brilla di notte al chiaro di luna. È sempre brillante.
È vivo. Su di esso brillano 6,000 stelle, 6,000
ricordi, 6,000 ragioni che le guerre non le fai
capire sono guerre che non avremo mai più,
perché in questa fiaba, un giorno la gente si svegliò,
la gente parlava, e il paese che aveva sempre
stato in guerra ora era in pace, e il nemico, no
necessariamente amico, non era più nemico, e poco
i bambini non capirono e il mondo si rallegrò",
al quale il bambino supplicava: “Portami su questa collina.
Vorrei camminare tra le stelle e giocare con loro

in pace."

C'era una volta - una fiaba,
il sogno di un insegnante, il voto di uno scrittore
ai bambini tutti — non possiamo fallire
quella bambina - il momento è adesso.

© Fred Norman, Pleasanton, CA

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