Di chi è il mio comunque?

By Freccette e lettereFebbraio 6, 2021

Al Canada piace commerciare sul tropo della "potenza media". Nascosto tra i tanti, rannicchiato con stati pari appena fuori dall'attenzione data agli egemon globali, il paese fa i suoi affari, amichevole e mite. Nulla da vedere qui.

Ma dietro la facciata c'è un passato e un presente di saccheggi neocoloniali. Il Canada è una potenza mineraria, in partenza per disavventure estrattive nel Sud del mondo. È anche un notevole contributo al commercio globale di armi, compreso un accordo sulle armi che aiuta ad alimentare la devastante guerra guidata dai sauditi nello Yemen.

Guardiamo al ruolo del Canada nel fare a pezzi il mondo e vendergli armi militari. Guardiamo anche indietro a un movimento del XX secolo che avrebbe potuto porre fine a tutto questo.

  • Primo, (@ 9: 01), Rachele Piccola è un attivista e organizzatore contro la guerra con il Capitolo canadese of World BEYOND War. Il 25 gennaio, si è unita ad altri in una protesta volta a interrompere la spedizione di veicoli blindati leggeri (LAV), noti anche come, beh, serbatoi - destinato al Medio Oriente. Ha interrotto le vendite di armi del Canada all'Arabia Saudita e discute gli sforzi di azione diretta contro i commercianti di armi del paese.
  • Quindi, (@ 21: 05) Todd Gordon è assistente professore di diritto e società presso la Laurier University e coautore di Blood of Extraction: l'imperialismo canadese in America Latina. Sfonda il mito del Canada come potere debole e subordinato tenuto a freno da stati stranieri più grandi e ripercorre la storia del paese di progetti estrattivi di sfruttamento nel Sud del mondo, specialmente in America Latina.
  • Infine (@ 39:17) Vincenzo Bevins è un giornalista e autore del libro straordinario Il metodo di Jakarta, dettagliando la politica degli Stati Uniti della Guerra Fredda di sostenere regimi militari brutalmente repressivi. Ci ricorda che l'imperialismo e il colonialismo di questo secolo e dell'ultimo non erano inevitabili. Il Movimento del Terzo Mondo si basava sull'idea che gli stati non occidentali e non sovietici avrebbero tracciato il proprio percorso e avrebbero preso il loro posto accanto ai paesi del "primo" e del "secondo" mondo in un mondo post-coloniale. Washington, tuttavia, aveva altre idee.

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