Il 9 novembre [2023] alle ore 11 all’Aja sarà presentata alla Corte penale internazionale una denuncia per genocidio e altri crimini (art. 15.1) riguardanti in particolare la Palestina. L’ispirazione di fondo è “la giustizia è la risposta alla violenza”. L'iniziativa è stata presa da un gruppo internazionale di avvocati coordinato da Gilles Devers (Lione). Hanno fatto da testimoni diverse associazioni (100), tra cui l'Agorà degli Abitanti della Terra.

È noto che, nel contesto attuale, il ricorso agli organismi giuridici internazionali non ha il peso che dovrebbe avere. Tra gli Stati che hanno la maggiore responsabilità nel caso in questione, Stati Uniti e Israele non hanno riconosciuto la legittimità della Corte penale internazionale e hanno impedito agli ispettori di entrare nel loro territorio. Inoltre, le Nazioni Unite hanno approvato una serie di mozioni che chiedevano un cessate il fuoco, ma gli Stati Uniti hanno posto il veto e le hanno bloccate.

Nonostante ciò, la presentazione della denuncia è di grande importanza perché implica difendere la legge, il diritto internazionale e i diritti dei popoli [lottando] con le unghie e con i denti! Si tratta di salvaguardare il primato del diritto e della giustizia su ogni altra emergenza politica, economica, culturale, tecnologica o religiosa o “imperativo” opportunista.

Le nostre società sono diventate (di nuovo) molto violente nei confronti della vita perché hanno fatto della violenza una delle modalità “legittimate” del loro comportamento. Pensiamo alla distruzione della natura (ecocidio) sull’altare della crescita economica e dell’arricchimento dei ricchi. Pensiamo alla violenza negli stadi e in altri ambienti, compresi quelli politici.

Non dobbiamo rimanere in silenzio di fronte alla barbarie di coloro che nel mondo della politica sono responsabili di questa violenza. Non dobbiamo restare in silenzio di fronte alla barbarie di quei leader che, nel caso ad esempio della guerra in Ucraina, hanno predicato e continuano a predicare, con ampio consenso tra la popolazione, “la guerra fino alla vittoria”.

Non rimanere mai in silenzio di fronte ai predicatori di violenza e odio. Non si può tacere quando, come sottolineano i promotori della denuncia: “Nel giugno 1967, Israele ha condotto un’operazione militare che lo ha portato a prendere il controllo dell’intero territorio della Palestina mandataria, sotto il regime di occupazione militare, Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est” e, successivamente, “hanno annesso la parte orientale del territorio di Gerusalemme e 38 comuni limitrofi, violando il principio del divieto di acquisizione di territorio da parte della forza armata.(….). Dal 1967, Israele ha mantenuto lo status di potenza militare occupante in tutto il territorio palestinese occupato, compresa Gaza. Le Nazioni Unite hanno denunciato il carattere illegale dei suoi insediamenti, ma non è stata presa alcuna misura né per gli insediamenti né per Gerusalemme(….). Nel 2008, 2012, 2014 e 2021, Israele ha lanciato operazioni militari che hanno causato significative perdite di vite umane e distruzioni. Queste azioni sono state ben documentate dalle Nazioni Unite, ma nonostante gli sforzi compiuti, non è stato avviato alcun procedimento legale”.

È possibile che la comunità internazionale continui a non rispettare il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite? Come possiamo aspettarci che i nostri [stati] siano considerati “stati di diritto”?

Inoltre, in nome dell’umanità, dobbiamo protestare contro le affermazioni citate nella denuncia:

“Il 9 ottobre 2023, il ministro della Difesa [israeliano] Yoav Gallant ha ordinato l'assedio completo della Striscia di Gaza: 'Non ci sarà elettricità, cibo, carburante, tutto sarà chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. Ha anche minacciato di “bombardare chiunque cerchi di fornire aiuti alla Striscia di Gaza”. Oggi a Gaza non c’è più acqua, petrolio, elettricità… anche gli ospedali sono stati bombardati o funzionano in condizioni disperate.

Il generale riservista Giora Eiland [delle Forze di Difesa Israeliane] ha scritto su Yedioth Ahronoth: “Creare una grave crisi umanitaria a Gaza è un mezzo necessario per raggiungere l’obiettivo. Gaza diventerà un luogo dove nessun essere umano potrà esistere. “Obiettivo quasi raggiunto.

Secondo il ministro dell’Energia [israeliano] Israel Katz: “All’intera popolazione civile di Gaza è stato ordinato di andarsene immediatamente. Vinceremo. Non riceveranno una goccia d’acqua o una singola batteria finché non lasceranno il mondo”. In effetti, molti lo hanno già lasciato…

Il Segretario generale dell’ONU aveva assolutamente ragione quando ha riaffermato il 13 ottobre che “il diritto internazionale umanitario non è un menu à la carte da applicare in modo selettivo. Tutte le parti devono rispettarlo, compresi i principi di precauzione, proporzionalità e distinzione”.

La giustizia è l’unica risposta alla violenza. Le azioni in corso stanno portando alla decostruzione dell’umanità e siamo già nell’abisso. È criminale non ascoltare e non seguire le drammatiche grida per fermare i massacri. Non dobbiamo proporre soluzioni realistiche per ottenere l’approvazione del cessate il fuoco. La ricerca di soluzioni può iniziare solo con un cessate il fuoco.

La denuncia presentata dagli avvocati è un elogio alla giustizia.