La pace è nelle Nostre Mani

Pranešėjas prieš minią Romoje

Di Roberta Lisi, Collettiva, Lapkričio 9, 2022

Daugiau nei 600 organizacij ų della società civile si sono date appuntamento a romai, per gridare tutte insieme la voglia di pace contro la sordità della guerra. Landini, Cgil: non ci fermeremo

La richiesta che ha colorato di arcobaleno le vie della capitale è paprastas è è contemporaneamente complicatissima: tacciano le armi, prenda parola la diplomazia. „Italija, Europos Sąjungos sąjunga, le Nazioni unite devono makesersi la responsabilità di un negoziato per fermare l'escalation e raggiungere l'immediato cessate il fuoco“.

La pace è di tutti

„La pace è di tutti e ha bisogno di tutti“: è l'esortazione forte inviata dal kardinolas Matteo Zuppi ai fratelli in marcia: „Chiediamo al segretario generale delle Nazioni unite di convocare urgentemente una Conferenza internazionale per la pace, per ristabire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca tuattitire armire laireiproca e impegnare militare in favore di investimenti che combattano le povertà. E chiediamo all'Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi branduolys non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l'umanità può essere distrutta“.

Dall'Arci all'Anpi, dall'Agesci alla Rete dei numeri pari, da Pax Cristi, ai beati costruttori fino a Cgil, Cisl e Uil e moltissimi altri hanno gridato l'ineluttabilità della pace altrimenti il ​​rischioparnià la rischioparnià la rischio pari. Mai il rischio atome è stato tanto reale e presente, e quel rischio non dà scampo. Mai è stato così lampante come l'economia che governa il mondo è causa e conseguenza della guerra stessa. Aumento delle diseguaglianze, fame e povertà sono le conseguenze dei conflitti che attraversano il mondo, e le vittime non muoiono solo per i colpi di fucili e cannoni, ma per fame e sete e malattie curabili. „La pace è soprattutto coraggio perché è l'unico modo di guardare al futuro. Ed è sorella della giustizia e si costruisce giorno per giorno e sta nell'equa distribuzione con la ricchezza“.

Le ragioni di una piazza

E proprio per questa ragione che la Piazza di Roma non è affatto equidistante e chi lo afferma „non ha capito nulla. Nessuna dica che siamo equidistanti. „La Russia è responsabile del massacro in corso“. Ma stare dalla parte delle donne e degli uomini dell'Ucraina significa farsi artigiani della pace: „Siamo qui per urlare – è risuonato dal palco di Piazza San Giovanni – e il nostro grido sarà più forte se fragoremolle unite, se fragoremolle unit grido dei popoli e squarcia il silenzio delle diplomazie e ci riconosce fratelli tutti“. E poi „la pace richiede pazienza e l'antidoto alla guerra sono i diritti“.

Don Ciotti: ammalatevi di pace

Davvero tanti e ricchi gli interventi, gli ultimi tre hanno riassunto tutti gli altri. Per il fondatore di Libera, donas Luigi Ciotti, „La pace è galima ir lygtinai su don Tonino Bello auguro a tutti noi di essere ammalati di pace“. Una malattia dalla quale è bene non guarire, una malattia che è passione per la vita. Ma il prete antimafia consegna a chi ascolta una preoccupazione e un ammonimento: „Diffidiamo dei neutrali, diffidiamo dei più pericolosi che sono i mormoranti. Le coscienze pacificate sono le madri dei conflitti. Per promuovere la pace occorre giustizia sociale e giustizia ambientale“.

Aggiunge: „L'attuale systemo economico production diseguaglianze e neteisingumas degradando diritti in privilegi“. Ma come e dove si costruisce la pace, si domanda il prete antimafia: „Si costruisce innanzitutto nel pensiero. Occorre pensare la pace galima. Fare la spazio alla pace“. Ed infine lancia una proposta: „Chiediamo al Parlamento il varo di una legge per l'istituzione del dipartimento della difesa civile e non armata, che contenga la possibilità di destinare il sei per 1000 del proprio Irpef pace costruttori“.

Andrea Riccardi: non tradiamo il popolo ukraino

Della diplomazia ha fatto lo strumento del suo agire sociale e politico tanto da fondare la Comunità di Sant'Egidio, e Andrew Riccardi afferma: „Con incredibile leggerezza si è rinunciato alla ricerca della pace, e chi ne parlava è stato tacciato di buonismo o tradimento. Invece se non si cerca la pace per l'Ucraina si tradisce un popolo intero. Certo la pace è impura perché nasce dalla guerra ma non possiamo dimenticare che la pace è l'obiettivo di fondo di ogni politica degna“.

Aggiunge: „Troppi durante la guerra in Sirija si sono voltati dall'altra parte, quella guerra che dura ha rappresentato la prova generale di quella in Ucraina. Oggi le guerre cominciano ma non trovano fine, non c'è diplomazia. Ma se le guerre non finiscono i popoli si spengono. Sarà così se non troveremo la via della pace“. L'unica strada che indica Riccardi, facendo proprie le parole di papa Francesco, e quella di non regardare la pace una utopia e rimettere in campo la diplomazia e la politica.

Maurizio Landini: non ci rassegniamo alla guerra

Infine, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dà alla piazza una notizia: „Ci sono più di 50 persone radunate ma non siamo pericolosi. Anzi, siamo qui per garantire la pace e la democrazia ei diritti per tutti nel mondo. Vogliamo mandare un messaggio preciso, noi tutti insieme non ci vogliamo rassegnare alla guerra, non solo in Ucraina ma in tutte le parti del mondo. Non ci vogliamo rassegnare perché il mondo non può vivere senza la pace e questo non è un fatto retorico, ma elemento di novità con cui siamo chiamati a fare i conti“.

Il pericolo branduolinis è reale ir "l'obbiettivo di eliminare la guerra come strumento di regolamentazione del conflitto non è utopico ma realizzabile. Non è un caso che a chiudere la manifestazione sia stato un dirigente sindacale, è lo stesso Landini ha sottolinearne le ragioni: „Il mondo del lavoro sta vivendo sulla propria pelle che per affermare i diritti sociali della pacegno. La guerra sta arricchendo una parte e aumentando diseguaglianze e povertà. Non è utopia il superamento della guerra, siamo noi quelli più realisti perché abbiamo a cuore il futuro dell'umanità non per tornaconto personale, ma per la libertà, la dignità, il futuro. È per questo che chiediamo di superare ed eliminare le armi branduoli, e c'è un solo modo per farlo, quello di fare una battaglia per ridurre investimenti in armamenti“.

Edas ancora il vadovas della Cgil aggiunge: „Siamo di fronte al fatto che non solo la guerra sta mettendo in diskusijas l'esistenza del pianeta, ma anche il nostro modelo di produzione e di sviluppo sta mettendo a rischio l'esistenza del pianeta. È venuto il momento che intelligenza collettiva del Paese sia messa in campo per rispondere al bisogno di giustizia sociale. Basta spesa sulle armi per investire in sanità, cura delle persone, scuola, conoscenza“.

Infine, un avviso e un'esortazione: la giornata di oggi è solo l'inizio di un cammino, la marcia si fermerà quando si fermeranno le armi. Ed allora ecco arrivare l'appello ai cittadini e all cittadine degli altri paesi europei affinché riempiano le piazze delle loro capitali in un'ideale marcia collettiva per la pace. Ne solo Ukrainoje.

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